La curiosità svolge un ruolo fondamentale in chi per lavoro scrive contenuti digitali con fini commerciali, destinati a un pubblico esterno. Restare curiosi, aperti, farsi domande, imparare sempre, porta miglioramenti non solo sul lavoro, ma in ogni aspetto della vita.
VITA DA COPY E CURIOSITÀ
Quando si fa un lavoro di relazione, ci si trova in contatto con persone diverse da sé. Penso a chi, come me, copywriter e content writer, scrive contenuti sul web a servizio di terzi, per un pubblico sconosciuto. Si tratta di compiere tutta una serie di passaggi, prima di arrivare al contenuto scritto vero e proprio:
- incontrare chi commissiona un lavoro di scrittura digitale – il più delle volte, di questi tempi, è un video-incontro, dove ci si conosce tramite uno schermo (senza la facilitazione del paraverbale, a sostenere la comunicazione);
- ascoltare con attenzione gli obiettivi, i desideri, i bisogni, le richieste, le aspettative della persona che ci commissiona il lavoro e con cui ci relazioniamo;
- adoperarsi e studiare, fare ricerca, per conoscere al meglio l’azienda, il brand, il professionista che ci commissiona il lavoro;
- adoperarsi per conoscere e capire il tipo di pubblico che leggerà il nostro contenuto.
Passaggi che rischiano di diventare particolarmente impegnativi, faticosi, stressanti, se non supportarti da una qualità che riesce a fare la differenza, sia sul lavoro che nella vita in generale: la curiosità.
CURIOSITÀ, APERTURA, CURA
Come sottolinea la copywriter e creativa Annamaria Testa nel suo ultimo libro Il coltellino svizzero, non è semplice definire la parola curiosità. Lei ci prova: “La curiosità è sia un comportamento istintivo che ci porta a cercare ciò che è nuovo o diverso […] sia un’emozione positiva, che ci porta a desiderare di trovare risposte alle nostre domande”.
Curiosità vuol dire stare aperti verso quel che succede intorno (ma anche dentro di noi), verso la novità. Una spinta propulsiva all’azione, al procedere in avanti. La curiosità, è un atto del prendersi cura, come evidenzia la pagina inglese su Wikipedia: dal latino cūriōsus, “sollecito, che ha cura, che si prende cura”.
In ambito di copywriting, è una caratteristica essenziale, quella di prendersi cura di un testo che si scriverà, per chi ce lo chiede, e per chi lo leggerà online. Un atto quasi di fede nel senso ampio del termine, quello di apertura verso chi ci commissiona un lavoro di scrittura con fini comunicativi. Intenzionalità e desiderio di capire come funziona un’azienda, un brand da valorizzare. Restare in ascolto sincero e profondo, con la voglia di conoscere, capire, intuire.
CURIOSITÀ, CONOSCENZA, CRESCITA
La curiosità va a braccetto con la crescita, sia essa personale o professionale – perché ci spinge a conoscere qualcosa di diverso da ciò che conosciamo già. Come osserva Annamaria Testa nel libro sopra citato, “la curiosità è […] a livello collettivo uno dei grandi motori della scienza e della conoscenza”. Molte scoperte sono avvenute, in passato, e ancora avvengono, proprio sulla spinta della curiosità. Il mondo della ricerca scientifica ne è una dimostrazione costante: sono curioso, ossia mi metto alla ricerca di nuove informazioni e dati, indago ciò che non so ma che mi potrà servire, tornare utile e funzionale, dare un nuovo senso alla vita.
In tale prospettiva, per chi scrive copy, la curiosità diventa quasi una necessità, qualcosa di scontato: per scrivere, comunicare un messaggio vincente, efficace, ho bisogno di imparare, conoscere, raccogliere dati nuovi, che alla fine, permettono non solo di fare un lavoro professionale, ma a me, come persona e professionista, di crescere.
Come osserva la psicoterapeuta Nicoletta Cinotti in un articolo sul suo blog del 30 dicembre 2016: “La curiosità è l’emozione della crescita, quella che ci fa prendere strade personali, nuove. Quella che ci fa scoprire un’alternativa che rende la nostra vita più ricca e felice”.
CURIOSITÀ, DOMANDE RIBELLI, CREATIVITÀ
La curiosità va a braccetto con la capacità di farsi domande. Ma non domande “qualsiasi”: domande insolite, fuori dagli schemi. Domande “ribelli”, prendendo a prestito un’altra riflessione di Nicoletta Cinotti: “La curiosità è un’emozione ribelle: perché rimanga viva è necessario vedere fuori dalle regole, a volte anche fuori dalle righe. È necessario che ci faccia transitare in territori imprevisti e imprevedibili”. La curiosità equivale a “il coraggio di farsi delle domande, di percorrere soluzioni e strade diverse”.
Eppure, fare domande non è così semplice e scontato. Con le parole di Annamaria Testa, “Se la domanda è appena più complessa di “scusi, sa che ore sono?”, bisogna investire un minimo di ragionamento per consolidare una curiosità o un dubbio o un quesito da tradurre in parole precise”. Nonostante questa difficoltà, rimane una capacità fondamentale, nella vita: “Tuttavia, fare (e farsi) onestamente domande è il modo per continuare a imparare e migliorare. Ed è uno dei fondamenti del pensiero creativo. Non a caso, la curiosità degli altri e del mondo è uno dei tratti più caratteristici delle persone creative”.
Annamaria Testa propone, tra le altre, domande che definisce “contestuali”: “quelle che servono a inquadrare un lavoro, un progetto o un ragionamento”. Sono le domande che noi copywriter non dovremmo mai smettere di porci, domande del tipo: “a chi altri interessa, oltre che a me? Chi altri può coinvolgere? Per quali motivi? Con quali vantaggi? E c’è per caso qualcuno che ne sa più di me? […] questo progetto (…questo tema, eccetera) è già stato affrontato da qualcuno? Con quali risultati, con quale metodo e facendo quali errori? In giro c’è qualcosa di somigliante a quanto ho in mente?” Si parte da domande “logiche e sensate” fino ad arrivare a domande “ribelli” e scomode, che ci portano dentro mondi surreali e onirici, come, sempre citando Annamaria Testa, a proposito di un oggetto: “che cosa succederebbe se fosse più pesante? Più leggero? Capovolto? Peloso?”
Spingersi fuori dai soliti confini ben delineati, fortifica la curiosità e sviluppa la creatività – componente essenziale per chi si trova, per lavoro, a dare visibilità a un prodotto o servizio, a un brand o un’azienda, con contenuti digitali dai toni nuovi, originali, in grado di creare un impatto nel pubblico che leggerà.
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Verusca Costenaro

Ho iniziato a pensare che la curiosità – intesa come desiderio di conoscere – è la mia salvezza. Mi ha permesso di esplorare il mondo interno ed esterno e soprattutto mi ha salvato da tante delusioni. Non spero perché, molte volte, è pericoloso. Ma se mantengo un atteggiamento di curiosità aperta posso scoprire moltissime cose. E questo mi rende molto felice.
Nicoletta Cinotti, psicoterapeuta di bioenergetica e mindfulness.